La
lettera
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I primi esempi di "lettere"
risalgono alla fine del III millennio a.C. circa, in Babilonia e in Assiria. "Scritte"
su tavolette d'argilla (in seguito, di terracotta) si fanno seccare al sole o
al fuoco. Per evitare che vengano lette da estranei, vengono avvolte in uno strato
di argilla fresca sul quale s'imprime il sigillo del mittente e il nome del destinatario.
Più tardi, i
Fenici, i Greci e in seguito i Romani, continuano ad adoperare le tavolette di
legno, e iniziano a legare insieme due o più, e a ricoprirle di uno strato
di cera su cui la lettera viene scritta con lo stilo, il tutto poi sigillato con
una cordicella e col sigillo del mittente. Ancor prima, sono gli egiziani
che iniziano a scrivere con giunco, cannuccia e inchiostro su papiri arrotolati,
legati e sigillati destinati per lunghi viaggi. In Egitto e in Mesopotamia, si
usa anche la pergamena ricavata da pelle di animali, soprattutto da quella di
pecora, ma è una pratica meno diffusa rispetto al papiro. Tuttavia,
a causa del forte calo
della produzione di papiro, si
comincia a diffondere l'uso della pergamena vera e propria per scrivere lettere.
Durante il Medioevo, è la pergamena a essere quasi esclusivamente usata
per la corrispondenza scritta. Le lettere si arrotolano, si annodano e si sigillano.
Anche gli scribi copiano e compilano formulari epistolari sempre su pergamena.
Le lettere si continuavano a scrivere su fogli grandi di pergamena ripiegati più
volte e inviati chiusi. Poi la carta sostituisce quasi
completamente la pergamena. |